Balcan Connection L’Isis è già arrivata da noi Un blitz dell’antiterrorismo ha condotto all’arresto di tre sospetti terroristi in contatto sia telefonico che tramite Facebook, con Anas El Abboubi, uno dei “foreign fighters” italiani ritenuti attualmente in Siria. L’operazione si chiama “Balcan Connection”. El Abboubi era stato arrestato dalla Digos nel giugno del 2013 e poi scarcerato dal tribunale del Riesame, prima di trasferirsi in Siria, aveva effettuato un viaggio in Albania, dove viveva proprio uno degli arrestati. Le investigazioni hanno così portato alla luce una filiera albanese di reclutamento di terroristi internazionali. La cellula era dedita al reclutamento di aspiranti combattenti e al loro instradamento verso le milizie dell’Isis. In carcere si trovano ora due cittadini albanesi, zio e nipote, il primo residente in Albania e l’altro in provincia di Torino, nonché un cittadino italiano di origine marocchina di soli 20 anni. I primi due sono indagati del reato di reclutamento con finalità di terrorismo, il terzo, di apologia di delitti di terrorismo, aggravata dall’uso di internet. La persona arrestata in Albania, nella cittadina di Kavaja, circa 40 chilometri a sud di Tirana, è Alban Haki Elezi, 38, anni, nato e residente a Rasshbull, villaggio nei dintorni di Kavaja. Il ventenne italiano di origine marocchina è ritenuto l’autore del documento di propaganda dell’Isis, un testo di 64 pagine interamente scritto in italiano, apparso di recente sul web. Il documento si intitola “Lo stato islamico, una realtà che ti vorremmo comunicare”. I due albanesi avevano individuato un aspirante combattente da inviare in Siria. Si tratta di un giovanissimo italo-tunisino residente in provincia di Como, ancora minorenne all’epoca dei primi approcci avvenuti sempre tramite Internet. Il ragazzo, inizialmente era parso titubante, poi è stato progressivamente convinto ad aderire al Califfato di Abu Bakri Al Baghdadi. Il giovane italo-tunisino è ora sottoposto al regime di sorveglianza speciale di Polizia, introdotto dal nuovo decreto antiterrorismo, per cui gli sono stati sospesi i documenti per l’espatrio. La buona notizia è che le nostre forze di polizia sono capaci di individuare e fermare le prime cellule dell’Is che appaiono in Italia. La cattiva è che l’Isis è già arrivata da noi e sta già lavorando a tempo pieno. Roma, 25 marzo 2015 |